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Il Pianeta è agli scoccioli. ...l'Umanità? Pure.

Il Pianeta è agli scoccioli. ...l'Umanità? Pure.

Autore: Emilia Urso Anfuso
Data: 19/05/2009 11:57:46

Prima o poi, doveva accadere. Dopo decenni di allegre scorribande internazionali, tese ad aumentare il potere politico ed economico, pensando che le risorse del pianeta fossero illimitate, ci ritroviamo ora a pagare un obolo pesante. Talmente pesante, che potrebbe essere all'origine della dichiarata crisi mondiale di cui si parla ora, ma che ha radici antiche che si fondano appunto, su strategie tese più ad accaparrarsi l'accaparrabile che ad immaginare il futuro con i metodi delle formiche. Per decenni, si è pensato all'immediatezza delle azioni. Al potenziamento dell'immagine. Al rafforzamento della garanzia di approvvigionarsi di energia o di consensi. Tutte le nazioni, occidentali ed orientali, hanno corso a grandi passi, perdendo quale fosse realisticamente il traguardo da raggiungere.
 
Al primo posto della classifica delle azioni mirate da questa o quella nazione, le strategie atte ad aumentare il consenso degli elettori. Atti che sforano qualsiasi migliore ipotesi di demagogia. Per una manciata di voti in più, si sono generate promesse su promesse, passando dall'ambiente alle armi al sociale. A giochi fatti, dato il consenso elettorale, promesse non mantenute si sono convertite rapidamente in strategie per restare fermamente aderenti alla poltrona conquistata. Intanto, fra prove tecniche di potere e reali compromissioni al sistema naturale del pianeta, si è ndati avanti, fra una crisi internazionale e l'altra, coi paraocchi ben calati a celare le realtà ingombranti per tutti. Popolazioni comprese, abituate ormai da realtà sempre più spesso oscurate, bandite, segregate nei forzieri di chi in agenda come impegno prioritario ha sempre qualche grande scandalo di cui rendersi protagonista. Ecco gli Stati Uniti, che per decenni operano al solo scopo di approvvigionarsi energia. A costo di guerreggiare battaglie svendute per opere di pace. Ecco la Russia frammentare le proprie risorse energetiche, di modo da controllare vaste aree del pianeta e porre in atto azioni ricattatorie ogni qual volta non si saldino i debiti contratti. Ecco l'Oriente, premere sull'acceleratore della produzione, spianando col mattarello delle esportazioni a go go qualsiasi azione a protezione dell'ambiente, come da normative internazionali che sembrano non riguardare mai nessuno quando si tratta di produrre e sviluppare economia.
 
E l'Europa, termometro e via di mezzo, fra politiche internazionali selvagge ed evidente difficoltà a globalizzare persino gli stati membri. Un bailamme di contraddizioni piccole e grandi che hanno prodotto inesortabilmente, il crollo di qualsivoglia migliore volontà di sostenibilità del pianeta. Persino chi si proclama attento osservatore del sistema mondiale, deve cedere le briglie a chi sa far aumentare il totalizzatore di economie basate su ingegnose quanto truffaldine metodiche al raddoppio. L'aria si fa sempre più irrespirabile. E non è un modo di dire. Il pianeta comincia ad accusare i segni già avanzati di una malattia chiamata Umanità. Scarseggiano le risorse energetiche. E quelle alimentari. Scarseggia la volontà di manomettere un Sistema socio politico economico, ormai vecchio e che ha palesato tutte le falle indissolunìbilmente legate alla sola volontà di aumentare la propria visibilità a livello internazionale. 
 
A pochi importa realisticamente la crescita interna della nazione che governa ed amministra. La priorità è data sempre all'entità "Nazione" intesa quale impresa da sviluppare, in cui la popolazione è la forza lavoro ed i governi in carica il management. Peccato che per sviluppare ognuno la propria impresa, si sia completamente perso il controllo e forse la volontà di pensare come non bruciare la terra su cui si posano le sedi di queste aziende più o meno importanti. Si è succhiato il midollo dalle radici, ed ora è impossibile non fermarsi a riflettere. Ripensare un Sistema che così come lo conosciamo, rischia di vanificare tutti gli sforzi profusi fin'ora a superare ostacoli nella corsa al potere internazionale. Scarseggiano le risorse energetiche e quelle alimentari. Si riduce notevolmente la possibilità di porre rimedi sostanziali per l'ambiente ormai reso camera a gas globale. Rallentare, se non fermare l'ingranaggio industriale internazionale, appare ormai un'utopia e non si trovano rimedi nell'immediato. Così come in un fututo che appare sempre più cagionevole di rassicurazioni.
 
Si affacciano all'orizzonte, pandemie internazionali. Strane forme di "collaborazione" fra la genetica umana e quella animale. Compromessi genetici che impongono riflessioni. Con cadenza ormai annua, ecco apparire questa o quella nuova "influenza" che da un lato miete vittime e dall'altro testa probabilmente la capacità umana alla reinterpretazione di una esistenza basata su parametri paralleli a quelli conosciuti. E l'economia ormai palesata come una bambola di pezza resa a brandelli, che uccide la sussistenza delle risorse umane delle varie nazioni, sembrano non tanto una nuova volontà di informare le nazioni sulla reale situazione economica, quanto un produrre un abbassamento dell'economia dei privati cittadini che, sconvolti da un notevole e rapido impoverimento, consumeranno in prospettiva, sempre minori risorse, così da abbassare sempre più, sia i consumi energetici che alimentari. Che sia questa in realtà, la risoluzione che a livello internazioanle si sta trovando per proteggere quel poco che è rimasto da succhiare? Decimare un po' di umanità attraverso nuove forme di avvelenamento collettivo e dall'altra, rendere sempre più impossibile l'acquisto di risorse fondamentali alla sussistenza?
 
Il panorama appare certamente catastrofico ed una punta fantascientifico. Ma di quella fantasia che siamo ormai abituati a vivere come "normale" e che ha creato la totale impossibilità di discernere fra i reali accadimenti e ciò che viene creato virtualmente per controllare le Masse. Salvarsi è possibile? Si, ma al patto che a livello internazionale, si comprenda che non è generando genocidi di massa che si conserveranno le risorse restanti. Bensì ottimizzando i consumi ed agevolando ogni azione intrapresa al migliore utilizzo delle risorse restanti. Un'utopia? Forse. Ma prima o poi, non si potrà fare altrimenti.

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